L'importanza del calcolo del bioritmo di nascita per la
selezione personalizzata del chakra karmico e chakra psicosomatico
Descrizione generale
Secondo alcune filosofie e dottrine religiose, i chakra sono punti di forza umani, a volte associati a gangli (
granthi) o organi fisici, tra i quali si muoverebbe un'
energia variamente definita (
prana, o in casi particolari
kundalini o
avadhuti) e la loro conoscenza è trasmessa da molti sistemi di
yoga, nelle diverse tradizioni
induiste,
buddhiste e
jainiste con mappature diverse. Molte tradizioni concordano sul fatto che i chakra agiscano come valvole energetiche.
Ciascuno dei chakra ha il proprio centro in una delle sette ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino corporeo e ha la funzione di stimolare la produzione ormonale della ghiandola.
Secondo il
Vedānta, il corpo fisico e il
corpo sottile (
Sukṣma Śarira: le emozioni, pensieri, percezioni, stati di coscienza) formano un insieme. Questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa.
I chakra vengono assimilati al loto, considerato un simbolo di purezza perché pur nascendo da acque stagnanti e putrescenti, dà origine ad un fiore bellissimo e candido.
Gli esseri umani, la maggior parte degli animali ed alcune piante avrebbero sette chakra principali o primari. Secondo alcune tradizioni, ogni chakra assomiglierebbe ad un piccolo vortice con la parte più stretta dell'imbuto orientata verso il corpo. Ogni chakra (con l'eccezione di due) avrebbe due metà o poli, una rivolta verso la parte anteriore e l'altra verso la parte posteriore del corpo.
Il secondo gruppo per importanza è composto da chakra minori che si troverebbero nei polpastrelli, al centro del palmo delle mani, in alcune aree dei piedi, nella lingua o altrove. Il terzo gruppo è composto da un numero praticamente incalcolabile di chakra di dimensioni piccole e minuscole; infatti, in ogni punto in cui si incontrano almeno due linee energetiche, anche infinitesimali, si troverebbe un chakra.
I sette chakra principali
1° CHAKRA
Muladhara chakra (o centro basale, plesso radicale, chakra della radice)
Questo centro sottile dai 4 petali viene collocato tra l'ano ed i testicoli o la vagina, nel perineo. Sarebbe collegato a reni e ghiandole surrenali. Le sue funzioni fisiologiche riguarderebbero la
produzione del sangue e delle ossa e le attività riproduttive. Perdite materiali (p.e. una perdita in borsa) chiuderebbero questo chakra. Da questo chakra arriverebbe una "energia terrestre" e la sua chiusura produrrebbe la sensazione che "manchi la terra sotto i piedi".
Ha come simbolo geometrico il triangolo con un vertice in basso racchiuso in un quadrato, emblemi il primo dell'organo sessuale femminile e il secondo dell'elemento Terra; in esso dorme
Kundalini. Il loto presenta quattro petali. Il suo
Mantra-seme è Lam, La divinità preposta a questa ruota è
Brahma, la sua energia vitale prende il nome di
Savitri o
sposa del creatore.
Il significato del nome di questo chakra è «radice», ovvero principio-energia capace di assicurare sviluppo e nutrimento a ogni cosa. È orientato verticalmente con l'apertura dell'imbuto verso la
Terra. La sua funzione principale sarebbe legata al corpo materiale, all'istinto di sopravvivenza e produrrebbe un senso di armonia fisica e mentale in rapporto alla natura, soddisfacendo i bisogni primordiali quali il
cibo, l'
acqua, l'
aria, il riposo. Poiché ha solo un polo, tenderebbe ad essere un po' più grande degli altri chakra.
2° CHAHRA
Swadhisthana chakra (o centro pelvico)
Questo centro sottile gravita attorno al Nabhi, come un satellite, delimitando così la regione del Void. È il solo chakra mobile. È situato sotto il ventre, circa due dita sotto l'ombelico, alla base del canale destro, Pingala
Nadi. Controllerebbe l'apparato riproduttore, le
gonadi, le ovaie, l'utero, la vescica, la prostata. Grazie ad esso l'uomo e la donna godrebbero ed offrirebbero piacere sessuale. È descritto come un centro molto energetico, soprattutto nell'uomo che durante l'orgasmo emetterebbe con lo sperma una grande quantità di energia (in Cina l'eiaculazione viene anche chiamata "piccola morte").
Ha come simbolo geometrico la falce di
luna racchiusa in un cerchio, emblema dell'elemento Acqua; i petali del loto sono sei. La divinità preposta è
Varuna, la sua energia vitale o
Shakti è
Sarasvati. Le
ghiandole endocrine che sarebbero associate a questo chakra sono le
gonadi ed ovaie. È di colore arancio, è bipolare ed orientato orizzontalmente.
Svadhisthana è legato al mondo materiale, al piacere fisico, alla gioia di vivere, al desiderio. Un suo cattivo funzionamento deriverebbe da conflitti nella sfera sessuale, come tradimenti, abusi, litigi.
3° CHAKRA
Manipura chakra (o del plesso solare)
Questo centro è chiamato anche Nabhi e si trova nella regione del plesso solare appena sotto il diaframma. Viene associato al benessere individuale e collettivo, all'accettazione del prossimo, alla forza di volontà individuale. Sarebbe legato allo stomaco, all'intestino, al fegato, alla colecisti, alla milza, al pancreas. Si bloccherebbe a causa di grandi spaventi (con contrazione dello stomaco) o per reazione a situazioni o persone che non vengono accettate e tale blocco provocherebbe incapacità di rimanere calmi, scoppi d'ira, iperattività, disturbi di origine nervosa. L'elemento di questo chakra è il fuoco. Ha come simbolo geometrico il triangolo equilatero. I petali del loto sono dieci. Il
mantra-seme è
Rang, la sua energia vitale è
Bhadrakali. È di colore giallo, è bipolare ed orientato orizzontalmente.
4° CHAKRA
Anahata chakra (o centro del petto o del cuore)
Questo chakra sarebbe situato al livello del plesso cardiaco, dietro lo sterno, nell’asse del midollo spinale. In esso, fino all'età di 12 anni, sarebbero prodotti gli anticorpi, inviati nel "sistema sottile" (un concetto della filosofia indiana la cui esistenza non ha però riscontro scientifico) contro gli attacchi esterni a corpo e psiche. Lo sviluppo non corretto o il blocco del chakra del cuore causerebbero sentimenti d’insicurezza. Da questo chakra centrale dipenderebbero tutti gli altri. Sarebbe la sede dello Spirito, la fonte della forza onnipotente, manifestata in Shiva. Tale chakra viene associato ad una personalità sana e dinamica, piena di amore e compassione e all'amore per la famiglia. Si chiuderebbe in caso di conflitti in famiglia, abbandono, perdita di un caro. Tale chiusura si ripercuoterebbe col tempo su cuore e polmoni e causerebbe polmoniti, asma, malattie cardiache. Questo chakra sarebbe associato anche al
timo.
Ha come simbolo geometrico il doppio triangolo incrociato. I petali del loto sono dodici. Il
Bija-Mantra è Vam, la divinità è
Isana e la sua energia vitale è
Bhuvanesvari. È di colore verde, bipolare, orientato orizzontalmente e il suo elemento è l'aria.
5° CHAKRA
Vishudda chakra (o centro della gola)
Questo chakra si situerebbe a livello del pomo d'Adamo nell'uomo e nell'incavo della gola nella donna e sarebbe responsabile del funzionamento del collo, della lingua, della nuca, della bocca, delle orecchie, del naso, dei denti. Attraverso esso si attuerebbe la comunicazione con gli altri e con le divinità e sarebbe la fonte dei
mantra che si cantano. A livello fisiologico, controllerebbe il funzionamento della
tiroide. Con il chakra aperto la persona comunicherebbe con voce chiara e ferma, mentre si chiuderebbe quando viene bloccata l'espressione della propria personalità e quando c'è insoddisfazione per il proprio lavoro o per i propri studi. La chiusura causerebbe mancanza di voce, torcicollo e malattie della gola e della tiroide.
Questo chakra ha 16 petali, ha come simbolo geometrico il
triangolo equilatero nel quale è inscritto un
cerchio, emblema dell'elemento
etere (Akasa). Il Mantra-seme è Ham. La divinità preposta è
Sadasiva e la sua energia vitale è
Sakini. È di colore blu, bipolare, orientato orizzontalmente. Quando sviluppato, conferirebbe infatti il potere di esprimersi e parlare in modo estremamente persuasivo e convincente.
6° CHAKRA
Ajna chakra (o centro frontale o terzo occhio)
Questo centro nel corpo fisico è rappresentato dall’incrocio dei due nervi ottici nel nostro cervello (il "chiasmo ottico") e controllerebbe il funzionamento della ghiandola
pituitaria e gli occhi. Un affaticamento eccessivo della vista (per cinema, televisione, computer o lettura di libri) nuocerebbe a questo chakra che sarebbe anche danneggiato dai cattivi pensieri. Influenzerebbe il
mesencefalo. Questo chakra permetterebbe di pensare al futuro, creare progetti, di sviluppare percezioni extrasensoriali come la capacità di vedere senza l'uso del senso della vista, di raggiungere stati mistici, di percepire la cosiddetta
aura (un presunto campo che circonderebbe le persone, ignoto alla scienza, da non confondere con ciò che viene chiamato
aura in medicina) e di viaggiare nel cosiddetto "
piano astrale". Il chakra si chiuderebbe in caso di delusioni per la mancata realizzazione di un progetto di vita. Gli squilibri si manifesterebbero attraverso incubi, fenomeni psichici incontrollati o sgradevoli, mancanza completa di sogni, confusione mentale e con malattie collegate alla vista e mal di testa frontale.
Sui due petali del
loto vi sono le lettere
Ham e
Ksam. Contiene la rappresentazione della sacra sillaba
Om, sintesi di tutti i
mantra. La divinità preposta è
Shambhu e la sua
Shakti è
Siddha-Kali. È di colore viola, bipolare, orientato orizzontalmente.
7° CHAKRA
Sahasrara chakra (o centro coronale o dei mille petali)
Sarebbe situato nella
ghiandola pineale e costituito dalla riunione dei sei chakra. Sarebbe uno spazio incavo, sui bordi del quale si troverebbero mille nervi. Questi nervi si potrebbero vedere sezionando il cervello trasversalmente. Prima della realizzazione del sé questo centro è chiuso dall'ego e dal superego. Illuminato dal risveglio della kundalini, diventerebbe simile a un fascio di fiamme dai sette colori che si integrano creando infine una fiamma di colore cristallo chiaro. Ciò corrisponderebbe alla libertà assoluta, alla gioia dello spirito, alla serenità, alla relazione tra la coscienza dell'individuo e quella dell'universo. Questo chakra si chiuderebbe in caso di "quasi svenimento" per evitare la perdita di coscienza e la fuoriuscita dell'anima. Fisicamente si manifesterebbe con
vitiligine e vertigini e nel campo psicologico con noia, insoddisfazione, odio verso Dio.
Ha nel suo cuore un
loto più piccolo a dodici
petali in cui è inscritto il
triangolo chiamato
Kamakala, che simbolicamente raffigura la sede della
Shakti Suprema, cioè la "forza cosmica" non individualizzata. Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere dell'alfabeto
sanscrito. È di colore bianco ed è orientato verticalmente con il relativo imbuto che punta verso il cielo.
Chakra, ghiandole endocrine, luogo anatomico e plesso nervoso, colori e elementi
Chakra | Ghiandole endocrine, luogo anatomico e plesso nervoso | Colori | Elementi |
Muladhara | Ghiandole surrenali.Perineo. Plesso pelvico. | Rosso corallo / Rosso | Terra |
Svadhisthana | Gonadi (testicoli nell'uomo e ovaie nella donna). Vescica. Plesso ipogastrico. | Arancione | Acqua |
Manipura | Pancreas. Ombelico. Plesso celiaco (o solare). | Giallo | Fuoco |
Anahata | Timo. Cuore. Plesso cardiaco. | Verde | Aria |
Visuddha | Tiroide. Laringe. Plesso orofaringeo. | Azzurro / Blu | Etere |
Ajna | Ghiandola pituitaria (ipofisi), Chiasma ottico. | Viola / Indaco | Luce |
Sahasrara | Osso della fontanella, ghiandola pineale (epifisi). | Bianco | Vibrazioni |
Non vi è alcun elemento associato con i chakra frontale e della corona; come tali, essi rappresentano degli stati di energia oltre la gravità della materia, la quale è composta da cinque elementi.
Chakra o centri di forza nelle dottrine occidentali
Uno fra i primi scritti occidentali che sembrano alludere alla dottrina dei "centri di forza" o chakra è il testo
Eine kurze Eroffnung und Anweisung der dreyen Principien und Welten im Menschen (
Una breve rivelazione e istruzione sui tre principi e mondi nell'uomo) di
Johann Georg Gichtel (1638-1710), opera meglio conosciuta sotto il titolo (erroneo) di
Theosophia Practica (1723). Gichtel fu discepolo di
Jakob Bohme, teosofo e mistico cristiano (1575-1624). Tale scritto fa supporre una certa conoscenza della dottrina relativa ai chakra, perlomeno in certi ambienti alchemico-cristiani dell'Europa. La dottrina in questione - nota forse anche ai monaci orientali nel contesto dell'
esicasmo - rimane tuttavia poco diffusa in Occidente almeno fino agli inizi del XX secolo.
In Occidente la dottrina dei chakra deve la sua diffusione principalmente alla traduzione di due testi indiani: il
Sat-Cakra-Nirupana e il
Padaka-Pancaka operata da Sir
John Woodroffe, alias Arthur Avalon, nel libro
Il Potere del Serpente (1917). Tale libro è estremamente dettagliato e complesso e rappresentò un notevole supporto per lo studio e la diffusione in occidente della dottrina relativa ai chakra. Un contributo successivo fu operato da
C. W. Leadbeater il quale pubblicò un libro contenente i propri studi e le proprie osservazioni chiaroveggenti relative ai centri di forza nel libro
Chakras (1927).
Rudolf Steiner fondatore dell'
Antroposofia, parla dello sviluppo dei chakra nel libro
Come conoscere i mondi superiori (1ª ed. 1909), fornendo istruzioni progressive per lo sviluppo di tali centri di forza. Si tratta di esercizi quotidiani che richiedono un tempo e una applicazione considerevole. Egli segnala che per il risveglio e lo sviluppo di tali centri di forza esistono anche altri metodi più rapidi, che potrebbero però risultare dannosi se non operati da persone spiritualmente mature.
Nel panorama moderno
Tommaso Palamidessi, fondatore dell'
Archeosofia, rielabora la dottrina dei centri di forza alla luce dell'esoterismo giudaico-cristiano. Nel libro
Tecniche di Risveglio Iniziatico (1975), Tommaso Palamidessi illustra alcune tecniche ascetiche tese al risveglio e allo sviluppo di tali Centri di Forza che coinvolgono la realizzazione di icone o supporti meditativi, tecniche respiratorie e meditazioni su nomi divini ebraici (invece che su mantra tibetani), in linea con la tradizione occidentale.
Il testo di Woodroffe è al centro de
La psicologia del Kundalini-yoga. Seminario tenuto nel 1932 di
Jung. L'aspetto forse più interessante dell'interpretazione junghiana è il tentativo di correlare un simile fenomeno a ciò che oggi la psichiatria definirebbe
Disturbo da somatizzazione, in cui però la
psicosomatica prevale sul somatopsichico.
[5] Altra differenza notevole è che nel kundalinismo si assiste a un decorso o percorso appunto chakrico, dunque non caotico ma ordinato, centripeto (verso la testa) e centrifugo (
extra corpus).
Altrettanto rilevante è il confronto fra l'esperienza descritta da
Gopi Krishna in
Kundalini. L'energia evolutiva dell'uomo e l'annesso
Commento psicologico di
James Hillman. In questo caso, l'originalità risiede anzitutto in quanto vissuto dallo stesso Gopi Krishna, distante dalle consuete sovrastrutture rituali: niente meditazione dei loto, niente mantra, niente sanscrito, niente màndala, nessuna tecnica di respirazione, nessuna guida spirituale.
Voci correlate