lunedì 19 agosto 2013

NATUROPATIA E SPORT

COME INCREMENTARE LA PERFORMANCE SPORTIVA
 
 
Nella prestazione sportiva è più importante l'aspetto fisico o l'aspetto psico/emozionale?
Sicuramente entrambe, ma bisogna comprendere che la stabilità di corpo e psiche fa davvero la differenza. Purtroppo se da un lato le conoscenze sull'aspetto fisico, allenamento, alimentazione etc sono oramai ad altissimi livelli, non possiamo dire altrettanto per quanto riguarda l'allenamento mentale. Certo, ci sono sezioni di lavoro come il taining autogeno che aiuta ad avere il controllo sulle emozioni pre-gara ma alla fine, questo viene sovente utilizzato per gli spot singoli e difficilmente(non si sa il perché) per gli sport di gruppo. Alla fine dicevo sull'aspetto emozionale si fa davvero poco e questo determina che specie negli sport di gruppo, il tutto sia una sorta di incitamento corale e collettivo per dare forza, motivazione.
Ultimamente è nata una figura a dir poco "ambigua" il motivatore sportivo, un professionista che dovrebbe avere le giuste armi per motivare un atleta o una squadra a raggiungere gli obiettivi prefissi. Di questa figura professionale però si sono quasi perse le tracce, non se ne sente più parlare molto.

Secondo me, quando si affronta questo specifico campo, è indispensabile avere non solo competenza ma assolutamente una visione globale, la quale permette di comprendere le dinamiche complesse dell'atteggiamento singolo dell'atleta difronte alla competizione.

Per ovviare alla difficoltà sappiamo che la scorciatoia ILLEGALE è il doping, che deve essere bandito dallo sport in modo fermo e deciso, non solo per la scorrettezza ma soprattutto per la pericolosità nell'utilizzo di farmaci dopanti.

I traumi sportivi, esclusi quelli da contatto, sono per la maggior parte causati da sovraccarichi di allenamento e da disarmonie energetiche degli organi interni, essi collegati alla struttura nervosa, muscolare e connettivale. Il perdurare di un blocco energetico/emozionale darà inizio ad un processo tensivo interno che è all'origine della contrattura, infiammazione etc.
 
La naturopatia con tutte le sue diramazioni specialistiche può essere sicuramente un valido aiuto per tutte quelle situazioni appunto dove c'è bisogno di consolidare, mantenere una stabilità emozionale dell'atleta, questa sarà un validissimo aiuto per affrontare senza troppo dispendio di energia la preparazione e la competizione.
La naturopatia può avvalersi dell'utilizzo di sostanze e rimedi  innocui sul piano della salute e
assolutamente esenti per il "doping", ma validissimi aiutanti sull'aspetto emozionale. Ovviamente per avere risultati apprezzabili bisogna seguire le indicazioni ed avvalersi di sistemi di testatura personalizzata atti a selezionare singolarmente i rimedi più adatti.

Se poi abbiamo la possibilità di allargare la visione, possiamo affrontare l'argomento sul piano vibrazionale e allora le possibilità della Naturopatia diventano infinite. Come esperto in test  e cromo-terapia, il mio modo di intervenire su questo specifico settore è stato largamente riconosciuto in tutti gli anni in cui mi sono occupato di sport. Lavorando con serietà e dedizione ho potuto costatare quanto sia importante il giusto atteggiamento e la stabilità emozionale nella prestazione complessiva sportiva. Vorrei sottolineare la differenza tra allenamento/preparazione e competizione, assolutamente due piani di lavoro differenti, dove il primo sostanzialmente vede il piano fisico principale, mentre nel secondo quello psico/emozionale.

Quando siamo chiamati a rendere conto, che sia un esame , una gara, un colloquio di lavoro un incontro amoroso etc, ciò che si scatena all'interno del mondo emotivo è qualcosa di veramente particolare, dove ogni singolo individuo risponderà, in maniera del tutto singolare. Proprio in questa particolarità e singolarità di risposta,  la Naturopatia trova tutta la sua espressione e aiuto per impedire un dispendio energetico, dare il giusto dosaggio emozionale.
 
I risvolti dell'utilizzo della Naturopatia nello sport sono molteplici, oltre a garantire una ottimale  prestazione sul piano psico/emozionale, può ridurre i problemi al fisico da sovraccarico, mantenendolo pronto e scattante,  proprio come il detto "mens sana in corpore sano".


Per saperne di più via e-mail a: giuseppe.golin@gmail.com
 telefonando al 33381730555.

A Vicenza presso: farmacia Valeri Dott. Giacomelli, c.so Palladio 136 Vicenza
A Schio: in via Capitano Sella, 10

Giuseppe Golin
Naturopata cromo-terapeuta
Referente regione Veneto
responsabile di zona Vicenza e provincia de:
IL BENESSERE UNIVERSALE Cooperativa
www.ilbenessereuniversale.org

sabato 17 agosto 2013

INTRODUZIONE ALLA CROMO-TERAPIA

Cromoterapia


Tradizioni, principi comuni e fondamenti scientifici  attribuiscono ai colori varie proprietà. Dal preferire un colore rispetto ad un altro per l'abito da indossare  a seconda della circostanza, le tinte da dare alle pareti  degli ambienti di casa, sono abbinati a seconda della  personalità, favoriscono o contrastano un certo stato d'animo e così via.
Secondo la Cromoterapia, i colori aiuterebbero  a ritrovare il naturale equilibrio di Corpo e Psiche, indurrebbero effetti   stimolanti e calmanti.
La Cromoterapia sostiene che con l'uso dei colori si possono ottenere  svariati effetti su di noi :

  • dilatare o restringere i vasi sanguigni
  • alzare o abbassare la pressione sanguigna
  • aumentare la produzione dei globuli rossi
  • sostenere i globuli bianchi
  • distruggere i batteri
  • sostenere il sistema immunitario
  • proteggere i tessuti dagli agenti patogeni
  • accrescere l'attività dei tessuti
  • aumentare il trasporto di ossigeno nel sangue
  • regolare lo scambio tra i tessuti e le ossa
  • favorire la formazione di enzimi, oligoelementi e vitamine
  • attivare e rendere stabile il metabolismo


A ciascun colore vengono attribuite proprietà specifiche, tra cui;
ROSSO 
Simboleggia forza, salute, vitalità,fuoco, gioia,  festa, eccitazione sessuale, sangue e passioni violente. 
Il colore rosso sarebbe  in grado di accelerare il polso, aumentare la pressione arteriosa e la frequenza respiratoria, renderebbe loquaci, aperti, premurosi, passionali.
In Cromoterapia il rosso viene usato  nelle ustioni e nelle malattie esantematiche, in quanto generatore di ischemia cutanea, è sconsigliato in caso di tumore e malattie , in quanto lo si associa con la circolazione sanguigna e con lo sviluppo cellulare. Questo colore sarebbe utile nei casi di melanconia e depressione, nelle malattie da raffreddamento, mal di gola,  tosse cronica e asma, nel trattamento delle paralisi parziali e totali, o nella cura dell'impotenza maschile.

ARANCIONE
La Cromoterapia attribuisce a questo colore un'azione liberatoria delle funzioni fisiche e mentali  inducendo serenità, entusiasmo, allegria, voglia di vivere, ottimismo, positivizzazione dei sentimenti, sinergia fisica e mentale.
L'arancione avrebbe anche una forte azione stimolante sulla ghiandola tiroide e un effetto antispastico verso contratture e  crampi muscolari. Stimolerebbe il battito cardiaco senza aumentare la pressione del sangue, la capacità di espansione dei polmoni, l'appetito, e ottimizzerebbe l'attività della milza,  nei casi di apatia, depressione, pessimismo, paura, nevrosi, psicosi.

GIALLO
Viene associato alla parte sinistra del cervello e in genere al lato intellettuale, con effetti di stimolazione e aiuto nello studio. È considerato un colore protettivo e concreto,  aiuta  chi è troppo aperto o troppo creativo, è associato alla felicità, alla saggezza e alla immaginazione, generatore di buon umore, sia che  si indossino indumenti di tale colore sia nella  tinteggiatura delle pareti.
Viene considerato utile per stimolare l'attenzione e l'apprendimento, acuire la mente e la concentrazione, favorire la digestione, eliminare le tossine attraverso il fegato e l'intestino. I Cromoterapisti lo evitano nei casi di delirio e isteria, gastriti con spasmo della muscolatura , stati febbrili e infiammatori o tutte le malattie in cui una sovraeccitazione dell'organismo e della psiche potrebbe essere dannosa.

VERDE
Colore fondamentale in natura, è il colore dell'Armonia: simboleggia  speranza, equilibrio,pace, rinnovamento. È un colore neutro, rilassante, favorisce la riflessione, la calma, la concentrazione.
In cromoterapia viene usato per sostenere il sistema nervoso, e aiutare il cuore con effetti calmanti e armonizzanti, in caso di mal di testa, nelle nevralgie e nelle febbri. È usato in tutte le proliferazioni anomale a livello cutaneo: verruche, nei, tumori, e come cura per la calvizie, mentre viene sconsigliato in caso di depressione o astenia.

BLU
E' un colore calmante e rinfrescante. Esso ha un effetto molto tranquillizzante su persone troppo aggressive e impazienti. Il blu è un colore che calma e modera e che fa dimenticare i problemi di tutti i giorni; per tale ragione le pareti tinteggiate di blu tranquillizzano.
La cromoterapia utilizza il blu per curare stress, nervosismo, ansia, insonnia, irritabilità e infiammazione e lo considera dotato di capacita antisettiche, astringenti e anestetizzanti. 
Il blu pertanto è consigliato per tutti i sintomi che sviluppano calore e nei dolori: mal di gola, laringite, raucedine, febbre, spasmi, reumatismi. In particolare, il celeste è utilizzato per il sollievo agli occhi, l'indaco per la purificazione del sangue, per indurre concentrazione mentale e in casi di cataratta. Viene invece controindicato in casi di depressione o in malattie legate al rilassamento delle funzioni dell'organismo, quali bradicardia e ipotensione.

COLORI e CHAKRA
Spesso chi pratica Cromoterapia come tecnica della medicina ayurvedica è solito abbinare i colori ai chakra, "punti di energia" posti in corrispondenza di diverse ghiandole endocrine: secondo questa teoria, le energie dei chakra sarebbero collegate con il sistema nervoso parasimpatico e autonomo e con la regolazione degli ormoni. I chakra sono sette, divisi in tre superiori e quattro inferiori. Ognuno dei sette corrisponde a uno dei sette colori dell'arcobaleno (più il bianco) e influisce su un particolare organo o su una delle principali ghiandole del nostro corpo.
 
 

venerdì 16 agosto 2013

I CHAKRA

L'importanza del calcolo del bioritmo di nascita per la
selezione personalizzata del chakra karmico e chakra psicosomatico

Descrizione generale

Secondo alcune filosofie e dottrine religiose, i chakra sono punti di forza umani, a volte associati a gangli (granthi) o organi fisici, tra i quali si muoverebbe un'energia variamente definita (prana, o in casi particolari kundalini o avadhuti) e la loro conoscenza è trasmessa da molti sistemi di yoga, nelle diverse tradizioni induiste, buddhiste e jainiste con mappature diverse. Molte tradizioni concordano sul fatto che i chakra agiscano come valvole energetiche.
Ciascuno dei chakra ha il proprio centro in una delle sette ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino corporeo e ha la funzione di stimolare la produzione ormonale della ghiandola.
Secondo il Vedānta, il corpo fisico e il corpo sottile (Sukṣma Śarira: le emozioni, pensieri, percezioni, stati di coscienza) formano un insieme. Questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa.
I chakra vengono assimilati al loto, considerato un simbolo di purezza perché pur nascendo da acque stagnanti e putrescenti, dà origine ad un fiore bellissimo e candido.
Gli esseri umani, la maggior parte degli animali ed alcune piante avrebbero sette chakra principali o primari. Secondo alcune tradizioni, ogni chakra assomiglierebbe ad un piccolo vortice con la parte più stretta dell'imbuto orientata verso il corpo. Ogni chakra (con l'eccezione di due) avrebbe due metà o poli, una rivolta verso la parte anteriore e l'altra verso la parte posteriore del corpo.
Il secondo gruppo per importanza è composto da chakra minori che si troverebbero nei polpastrelli, al centro del palmo delle mani, in alcune aree dei piedi, nella lingua o altrove. Il terzo gruppo è composto da un numero praticamente incalcolabile di chakra di dimensioni piccole e minuscole; infatti, in ogni punto in cui si incontrano almeno due linee energetiche, anche infinitesimali, si troverebbe un chakra.
 

 

 

 

I sette chakra principali

1° CHAKRA

Muladhara chakra (o centro basale, plesso radicale, chakra della radice)

Chakra01.gif
 
Questo centro sottile dai 4 petali viene collocato tra l'ano ed i testicoli o la vagina, nel perineo. Sarebbe collegato a reni e ghiandole surrenali. Le sue funzioni fisiologiche riguarderebbero la produzione del sangue e delle ossa e le attività riproduttive. Perdite materiali (p.e. una perdita in borsa) chiuderebbero questo chakra. Da questo chakra arriverebbe una "energia terrestre" e la sua chiusura produrrebbe la sensazione che "manchi la terra sotto i piedi".
Ha come simbolo geometrico il triangolo con un vertice in basso racchiuso in un quadrato, emblemi il primo dell'organo sessuale femminile e il secondo dell'elemento Terra; in esso dorme Kundalini. Il loto presenta quattro petali. Il suo Mantra-seme è Lam, La divinità preposta a questa ruota è Brahma, la sua energia vitale prende il nome di Savitri o sposa del creatore.
Il significato del nome di questo chakra è «radice», ovvero principio-energia capace di assicurare sviluppo e nutrimento a ogni cosa. È orientato verticalmente con l'apertura dell'imbuto verso la Terra. La sua funzione principale sarebbe legata al corpo materiale, all'istinto di sopravvivenza e produrrebbe un senso di armonia fisica e mentale in rapporto alla natura, soddisfacendo i bisogni primordiali quali il cibo, l'acqua, l'aria, il riposo. Poiché ha solo un polo, tenderebbe ad essere un po' più grande degli altri chakra.

2° CHAHRA

Swadhisthana chakra (o centro pelvico)

Chakra02.gif
 
Questo centro sottile gravita attorno al Nabhi, come un satellite, delimitando così la regione del Void. È il solo chakra mobile. È situato sotto il ventre, circa due dita sotto l'ombelico, alla base del canale destro, Pingala Nadi. Controllerebbe l'apparato riproduttore, le gonadi, le ovaie, l'utero, la vescica, la prostata. Grazie ad esso l'uomo e la donna godrebbero ed offrirebbero piacere sessuale. È descritto come un centro molto energetico, soprattutto nell'uomo che durante l'orgasmo emetterebbe con lo sperma una grande quantità di energia (in Cina l'eiaculazione viene anche chiamata "piccola morte").
Ha come simbolo geometrico la falce di luna racchiusa in un cerchio, emblema dell'elemento Acqua; i petali del loto sono sei. La divinità preposta è Varuna, la sua energia vitale o Shakti è Sarasvati. Le ghiandole endocrine che sarebbero associate a questo chakra sono le gonadi ed ovaie. È di colore arancio, è bipolare ed orientato orizzontalmente.
Svadhisthana è legato al mondo materiale, al piacere fisico, alla gioia di vivere, al desiderio. Un suo cattivo funzionamento deriverebbe da conflitti nella sfera sessuale, come tradimenti, abusi, litigi.
 
3° CHAKRA

Manipura chakra (o del plesso solare)

Chakra03.gif
 
Questo centro è chiamato anche Nabhi e si trova nella regione del plesso solare appena sotto il diaframma. Viene associato al benessere individuale e collettivo, all'accettazione del prossimo, alla forza di volontà individuale. Sarebbe legato allo stomaco, all'intestino, al fegato, alla colecisti, alla milza, al pancreas. Si bloccherebbe a causa di grandi spaventi (con contrazione dello stomaco) o per reazione a situazioni o persone che non vengono accettate e tale blocco provocherebbe incapacità di rimanere calmi, scoppi d'ira, iperattività, disturbi di origine nervosa. L'elemento di questo chakra è il fuoco. Ha come simbolo geometrico il triangolo equilatero. I petali del loto sono dieci. Il mantra-seme è Rang, la sua energia vitale è Bhadrakali. È di colore giallo, è bipolare ed orientato orizzontalmente.
 
 
4° CHAKRA

Anahata chakra (o centro del petto o del cuore)

Chakra04.gif
 
Questo chakra sarebbe situato al livello del plesso cardiaco, dietro lo sterno, nell’asse del midollo spinale. In esso, fino all'età di 12 anni, sarebbero prodotti gli anticorpi, inviati nel "sistema sottile" (un concetto della filosofia indiana la cui esistenza non ha però riscontro scientifico) contro gli attacchi esterni a corpo e psiche. Lo sviluppo non corretto o il blocco del chakra del cuore causerebbero sentimenti d’insicurezza. Da questo chakra centrale dipenderebbero tutti gli altri. Sarebbe la sede dello Spirito, la fonte della forza onnipotente, manifestata in Shiva. Tale chakra viene associato ad una personalità sana e dinamica, piena di amore e compassione e all'amore per la famiglia. Si chiuderebbe in caso di conflitti in famiglia, abbandono, perdita di un caro. Tale chiusura si ripercuoterebbe col tempo su cuore e polmoni e causerebbe polmoniti, asma, malattie cardiache. Questo chakra sarebbe associato anche al timo.
Ha come simbolo geometrico il doppio triangolo incrociato. I petali del loto sono dodici. Il Bija-Mantra è Vam, la divinità è Isana e la sua energia vitale è Bhuvanesvari. È di colore verde, bipolare, orientato orizzontalmente e il suo elemento è l'aria.
 
 
5° CHAKRA

Vishudda chakra (o centro della gola)

Chakra05.gif
 
Questo chakra si situerebbe a livello del pomo d'Adamo nell'uomo e nell'incavo della gola nella donna e sarebbe responsabile del funzionamento del collo, della lingua, della nuca, della bocca, delle orecchie, del naso, dei denti. Attraverso esso si attuerebbe la comunicazione con gli altri e con le divinità e sarebbe la fonte dei mantra che si cantano. A livello fisiologico, controllerebbe il funzionamento della tiroide. Con il chakra aperto la persona comunicherebbe con voce chiara e ferma, mentre si chiuderebbe quando viene bloccata l'espressione della propria personalità e quando c'è insoddisfazione per il proprio lavoro o per i propri studi. La chiusura causerebbe mancanza di voce, torcicollo e malattie della gola e della tiroide.
Questo chakra ha 16 petali, ha come simbolo geometrico il triangolo equilatero nel quale è inscritto un cerchio, emblema dell'elemento etere (Akasa). Il Mantra-seme è Ham. La divinità preposta è Sadasiva e la sua energia vitale è Sakini. È di colore blu, bipolare, orientato orizzontalmente. Quando sviluppato, conferirebbe infatti il potere di esprimersi e parlare in modo estremamente persuasivo e convincente.
 
 
6° CHAKRA

Ajna chakra (o centro frontale o terzo occhio)

Chakra06.gif
 
Questo centro nel corpo fisico è rappresentato dall’incrocio dei due nervi ottici nel nostro cervello (il "chiasmo ottico") e controllerebbe il funzionamento della ghiandola pituitaria e gli occhi. Un affaticamento eccessivo della vista (per cinema, televisione, computer o lettura di libri) nuocerebbe a questo chakra che sarebbe anche danneggiato dai cattivi pensieri. Influenzerebbe il mesencefalo. Questo chakra permetterebbe di pensare al futuro, creare progetti, di sviluppare percezioni extrasensoriali come la capacità di vedere senza l'uso del senso della vista, di raggiungere stati mistici, di percepire la cosiddetta aura (un presunto campo che circonderebbe le persone, ignoto alla scienza, da non confondere con ciò che viene chiamato aura in medicina) e di viaggiare nel cosiddetto "piano astrale". Il chakra si chiuderebbe in caso di delusioni per la mancata realizzazione di un progetto di vita. Gli squilibri si manifesterebbero attraverso incubi, fenomeni psichici incontrollati o sgradevoli, mancanza completa di sogni, confusione mentale e con malattie collegate alla vista e mal di testa frontale.
Sui due petali del loto vi sono le lettere Ham e Ksam. Contiene la rappresentazione della sacra sillaba Om, sintesi di tutti i mantra. La divinità preposta è Shambhu e la sua Shakti è Siddha-Kali. È di colore viola, bipolare, orientato orizzontalmente.
 
 
7° CHAKRA

Sahasrara chakra (o centro coronale o dei mille petali)

Chakra07.gif
 
Sarebbe situato nella ghiandola pineale e costituito dalla riunione dei sei chakra. Sarebbe uno spazio incavo, sui bordi del quale si troverebbero mille nervi. Questi nervi si potrebbero vedere sezionando il cervello trasversalmente. Prima della realizzazione del sé questo centro è chiuso dall'ego e dal superego. Illuminato dal risveglio della kundalini, diventerebbe simile a un fascio di fiamme dai sette colori che si integrano creando infine una fiamma di colore cristallo chiaro. Ciò corrisponderebbe alla libertà assoluta, alla gioia dello spirito, alla serenità, alla relazione tra la coscienza dell'individuo e quella dell'universo. Questo chakra si chiuderebbe in caso di "quasi svenimento" per evitare la perdita di coscienza e la fuoriuscita dell'anima. Fisicamente si manifesterebbe con vitiligine e vertigini e nel campo psicologico con noia, insoddisfazione, odio verso Dio.
Ha nel suo cuore un loto più piccolo a dodici petali in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura la sede della Shakti Suprema, cioè la "forza cosmica" non individualizzata. Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere dell'alfabeto sanscrito. È di colore bianco ed è orientato verticalmente con il relativo imbuto che punta verso il cielo.

Chakra, ghiandole endocrine, luogo anatomico e plesso nervoso, colori e elementi


Fig. 838 del Gray - Il sistema nervoso simpatico e le sue connessioni con i plessi toracici, addominali e pelvici.
ChakraGhiandole endocrine, luogo anatomico e plesso nervosoColoriElementi
MuladharaGhiandole surrenali.Perineo. Plesso pelvico.Rosso corallo / RossoTerra
SvadhisthanaGonadi (testicoli nell'uomo e ovaie nella donna). Vescica. Plesso ipogastrico.ArancioneAcqua
ManipuraPancreas. Ombelico. Plesso celiaco (o solare).GialloFuoco
AnahataTimo. Cuore. Plesso cardiaco.VerdeAria
VisuddhaTiroide. Laringe. Plesso orofaringeo.Azzurro / BluEtere
AjnaGhiandola pituitaria (ipofisi), Chiasma ottico.Viola / IndacoLuce
SahasraraOsso della fontanella, ghiandola pineale (epifisi).BiancoVibrazioni
Non vi è alcun elemento associato con i chakra frontale e della corona; come tali, essi rappresentano degli stati di energia oltre la gravità della materia, la quale è composta da cinque elementi.

Chakra o centri di forza nelle dottrine occidentali

Uno fra i primi scritti occidentali che sembrano alludere alla dottrina dei "centri di forza" o chakra è il testo Eine kurze Eroffnung und Anweisung der dreyen Principien und Welten im Menschen (Una breve rivelazione e istruzione sui tre principi e mondi nell'uomo) di Johann Georg Gichtel (1638-1710), opera meglio conosciuta sotto il titolo (erroneo) di Theosophia Practica (1723). Gichtel fu discepolo di Jakob Bohme, teosofo e mistico cristiano (1575-1624). Tale scritto fa supporre una certa conoscenza della dottrina relativa ai chakra, perlomeno in certi ambienti alchemico-cristiani dell'Europa. La dottrina in questione - nota forse anche ai monaci orientali nel contesto dell'esicasmo - rimane tuttavia poco diffusa in Occidente almeno fino agli inizi del XX secolo.
In Occidente la dottrina dei chakra deve la sua diffusione principalmente alla traduzione di due testi indiani: il Sat-Cakra-Nirupana e il Padaka-Pancaka operata da Sir John Woodroffe, alias Arthur Avalon, nel libro Il Potere del Serpente (1917). Tale libro è estremamente dettagliato e complesso e rappresentò un notevole supporto per lo studio e la diffusione in occidente della dottrina relativa ai chakra. Un contributo successivo fu operato da C. W. Leadbeater il quale pubblicò un libro contenente i propri studi e le proprie osservazioni chiaroveggenti relative ai centri di forza nel libro Chakras (1927).
Rudolf Steiner fondatore dell'Antroposofia, parla dello sviluppo dei chakra nel libro Come conoscere i mondi superiori (1ª ed. 1909), fornendo istruzioni progressive per lo sviluppo di tali centri di forza. Si tratta di esercizi quotidiani che richiedono un tempo e una applicazione considerevole. Egli segnala che per il risveglio e lo sviluppo di tali centri di forza esistono anche altri metodi più rapidi, che potrebbero però risultare dannosi se non operati da persone spiritualmente mature.
Nel panorama moderno Tommaso Palamidessi, fondatore dell'Archeosofia, rielabora la dottrina dei centri di forza alla luce dell'esoterismo giudaico-cristiano. Nel libro Tecniche di Risveglio Iniziatico (1975), Tommaso Palamidessi illustra alcune tecniche ascetiche tese al risveglio e allo sviluppo di tali Centri di Forza che coinvolgono la realizzazione di icone o supporti meditativi, tecniche respiratorie e meditazioni su nomi divini ebraici (invece che su mantra tibetani), in linea con la tradizione occidentale.
Il testo di Woodroffe è al centro de La psicologia del Kundalini-yoga. Seminario tenuto nel 1932 di Jung. L'aspetto forse più interessante dell'interpretazione junghiana è il tentativo di correlare un simile fenomeno a ciò che oggi la psichiatria definirebbe Disturbo da somatizzazione, in cui però la psicosomatica prevale sul somatopsichico.[5] Altra differenza notevole è che nel kundalinismo si assiste a un decorso o percorso appunto chakrico, dunque non caotico ma ordinato, centripeto (verso la testa) e centrifugo (extra corpus).
Altrettanto rilevante è il confronto fra l'esperienza descritta da Gopi Krishna in Kundalini. L'energia evolutiva dell'uomo e l'annesso Commento psicologico di James Hillman. In questo caso, l'originalità risiede anzitutto in quanto vissuto dallo stesso Gopi Krishna, distante dalle consuete sovrastrutture rituali: niente meditazione dei loto, niente mantra, niente sanscrito, niente màndala, nessuna tecnica di respirazione, nessuna guida spirituale.


Voci correlate